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La magnificenza delle Terme di Diocleziano

L‘imponenza è la caratteristica dominante delle Terme di Diocleziano a Roma. A pochi passi dalla stazione Termini, da cui deriva il nome.
I Romani furono dei grandissimi costruttori e dei grandissimi amanti delle terme. E qui diedero prova della loro magnificenza, architettando le più grandi terme mai create durante tutto l’impero romano, su una estensione di tredici ettari.
L’edificio, costruito nel quarto secolo dopo Cristo, venne edificato in appena otto anni. Come da tradizione comprendevano il calidarium, la stanza dedicata ai bagni caldi, poi il tepidarium e infine il frigidarium.

Ma come sempre è accaduto a Roma le sue opere vennero trasformate e dedicate ad altro uso. E fu così che a metà del ‘500, questi ambienti diventarono parte integrante della chiesa di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri.
A darci però ancora la suggestione di quegli spazi rimangono le cosiddette aule: vaste, altissime, con ampie finestre da cui filtrava la luce, avevano utilizzi diversi.
In una è stato riconosciuto uno degli ingressi monumentali, in un’altra lo spogliatoio, dove i visitatori passavano prima di iniziare il percorso termale. Ed è proprio in queste aule che si possono ancora ammirare i frammenti delle decorazioni, statue e resti di colonne e capitelli, che le abbellivano e le le rendevano uniche.

E poi l’Aula Ottagona, appunto a forma ottagonale, sovrastata da un’imponente cupola che fra le varie funzioni successive nel ‘600 venne trasformata in granaio.

Fino alla natatio, la gigantesca piscina, che aveva le dimensioni di 4000 metri quadrati, di cui vediamo le altissime mura, che si sporgevano e rientravano, come in una sorta di quinta teatrale. Bisogna provare ad immaginarle come erano allora, rivestite da marmi e mosaici coloratissimi, sfarzose e scenografiche.
Parte della natatio, contestualmente alla costruzione della chiesa di Santa Maria degli Angeli, fu trasformata in un monastero.

Il lavoro, almeno nel disegno generale, venne affidato ad un anzianissimo Michelangelo, che realizzò la chiesa, il monastero e il magnifico chiostro, formato da cento colonne in travertino. Uno dei più maestosi chiostri esistenti.

Come se il reimpiego dei materiali, la stratificazione storica, la trasformazione delle funzioni avessero comunque mantenuto nei secoli il segno della grandiosità.

(Terme di Diocleziano – via Enrico de Nicola 78, Roma)

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