Siamo andate a trovare Patrizia Fabri – Antica Manifattura Cappelli – nel suo laboratorio di cappelli a Roma.
Un laboratorio storico, fondato nel 1936 da una famiglia toscana, dove si respira il vero sapore del made in Italy, concetto nato proprio grazie all’esportazione dei primi cappelli creati in Toscana: le famose “paglie” di Firenze, che già nel ‘700 erano richieste dalle migliori corti europee. Le figure del cappellaio e della modista, ormai in via di estinzione, sono ancora presenti in questo laboratorio.
La passione per i cappelli di Patrizia Fabri nacque quando aveva 17 anni e andò a comprare il suo primo cappello. Successivamente lo personalizzò e lo propose ad una boutique che ne ordinò 24 di tutti i colori. Quando il vecchio cappellaio del laboratorio non fu più in grado di continuare il suo lavoro e pensò di svendere gli arredi e soprattutto le forme per fare i cappelli, lei decise di comprarli. Oggi Patrizia ha una collezione di circa 2000 forme rigorosamente made in Italy, raccolte da vecchi artigiani e in giro per mercati, che ripercorrono un secola di moda.
Quali saranno i modelli che propone quest’anno?
Modelli che hanno un rimando all’immaginario collettivo, tipo le Cloche anni ’20, le pagode anni ’50 e i cappelli leggermente appoggiati tipici degli anni ’30, attuali e facilmente portabili.
Quali saranno i suoi colori di tendenza?
Color sughero, come quello del tronco degli alberi in Sardegna, e il color ciliegia. Quindi un grande riferimento alla natura.
Su quali tessuti punterà?
Il feltro a pelo lungo come surrogato dell’effetto pelliccia, sia per combattere il freddo che per l’aspetto avvolgente e anche divertente. Abbiamo ripreso un’idea retrò, l’animalier, che abbiamo realizzato su modelli moderni. Sono facili da utilizzare, perchè si piegano e si mettono in borsa senza rovinarsi, tutti i requisiti di un utilizzo moderno e pratico.
Quali sono i modelli eleganti, adatti a qualche avvenimento particolare?
Essere eleganti significa mettersi il cappello adatto alla giusta ora e occasione, perchè esiste un galateo del cappello: si indossano cappelli grandi di mattina e decorazioni piccole la sera. Più scende il sole, più si riduce la dimensione del cappello.
Quanto incide un cappello nella completezza di un outfit?
Nella misura in cui diventa protagonista assoluto se c’è, perchè il cappello è indossato nel punto più importante del corpo. Si mette sulla testa là dove il re mette la corona. E’ la prima cosa in assoluto che si vede e per questo è segno di riconoscimento e di identificazione.
C’è un modello a cui, alla nostra età, non possiamo assolutamente rinunciare?
Credo di no, perchè il cappello non scade mai nella volgarità come potrebbe essere una minigonna. Il cappello non si può mai travisare.
(Roma, Via degli Scipioni 46 e Via dell’Oca 34 – Milano, Brusadelli Via Andegari 15-Camisano Vicentino, Zamuraro Via G.Marconi 6- Capri, Sud Capri Gallery Via Le Botteghe 4/6-Porto Cervo, Esmeralda Bazar Sottopiazza 1-Pescara, Natural Wear Piazza della Rinascita 35-Taormina, Maison Taormina Via del Teatro greco 59)
